La parola leader ci fa pensare ai grandi personaggi della storia e della politica. E la dote che più si riconosce a queste grandi personalità è il carisma. In realtà la parola Carisma deriva dalle scienze teologiche e consiste in quel “Dono dello Spirito” che è la capacità di dare incondizionatamente qualcosa per il bene della propria comunità.
Questa parola così tanto utilizzata e amata però ha assunto nel tempo il significato dell’essere ammirati, rappresentare un modello, essere capaci di farsi seguire dalle masse. Ecco che il leader oggi è quindi colui che ha un seguito e riesce a influenzare il comportamento e il pensiero delle persone e dei gruppi.
Anche nello spettacolo e nello sport troviamo esempi di grande carisma, e molto apprezzata è la capacità, di questi personaggi, di comunicare con efficacia e saper suscitare emozioni positive.
UN LEADER PER TUTTE LE STAGIONI?
Le prime teorie sulla leadership consideravano i tratti di personalità di un individuo per descriverne lo stile di guida. Descrivevano quindi il leader democratico o il leader autoritario a seconda di caratteristiche personali e sufficientemente stabili. Più tardi gli studiosi compresero che fattori esterni erano determinanti per stabilire l’efficacia di una guida e considerarono fondamentali le caratteristiche del gruppo, la particolare situazione, la cultura organizzativa. Daniel Goleman, uno dei più grandi teorici della leadership e dell’intelligenza emotiva, individua 6 principali stili di guida. Vediamoli insieme:
- Il visionario: condivide con i collaboratori la vision e la mission, indicando la strada. Se il gruppo è poco autonomo, non riesce a farsi seguire.
- Il coach: valorizza lo staff, rinforza le prestazioni eccellenti, stimola l’azione. Richiede una grande maturità e consapevolezza da parte del leader e offre un ottimo compromesso tra orientamento alle relazioni e al compito.
- Il democratico: consulta il gruppo e condivide le decisioni favorendo il buon clima e le relazioni. A volte rischia il rallentamento del lavoro e la paralisi nelle decisioni.
- L’autoritario: impone la propria vision e le regole. E’ efficace in momenti di crisi ed emergenza.
- Il battistrada: traina il gruppo, è fortemente focalizzato sull’obiettivo, potrebbe trasmettere ansia.
- L’affiliativo: pone l’attenzione sulle buone relazioni e la coesione dei team. A volte perde di vista l’obiettivo e il compito.
Come abbiamo visto, ciascuno stile offre punti di forza e di debolezza, per questo oggi il leader vincente è colui che sa adattare il proprio stile a seconda della situazione che deve gestire e degli obiettivi che vuole raggiungere.
POSSIAMO ALLENARCI ALLA LEADERSHIP?
Sicuramente possiamo sviluppare alcune skills che ci aiutino nel nostro essere leader:
- Capacità di osservazione e di ascolto
- Gestione delle emozioni
- Capacità di pianificare e focalizzarsi sugli obiettivi
- Capacità mi motivare le persone e i gruppi
- Problem solving
- Gestione delle situazioni di crisi ed emergenza
- Gestione dei momenti di cambiamento e dei conflitti
- Comunicazione efficace e strategica anche in situazioni pubbliche
Infine è fondamentale rappresentare un modello di autenticità, coerenza, congruenza rispetto ai valori dichiarati. Questo è il principale ingrediente perché un leader sia riconosciuto dal basso e non abbia bisogno di imporsi. Napoleone Bonaparte a Parigi si incoronò da solo imperatore dei francesi… ma quella era un’altra storia…
Stefano Pigolotti