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Il tempo: tiranno, galantuomo o portatore di felicità?

“Il tempo è galantuomo. Ristabilisce la verità, ripara i torti, medica ogni cosa”

Recita più o meno così un famoso adagio che si suole attribuire a Voltaire. Chi di noi non ha atteso che il tempo curasse le ferite di un amore infranto o ci aiutasse a dimenticare un torto subìto? 

Unità di misura della nostra vita, convenzione che scandisce le nostre giornate, i mesi, le stagioni. Artista che lascia i segni sui nostri volti e dipinge d’argento i nostri capelli. Giudice che imprime ansia e controllo ai nostri percorsi di carriera e di studio, e che chiede il conto a fine giornata. Il tempo è tutto questo, ma non per tutti noi ha la stessa valenza.

L’ORIENTAMENTO TEMPORALE: DENTRO IL TEMPO O ATTRAVERSO IL TEMPO?

Molte persone vivono prevalentemente con un focus sul presente, capaci di goderne pienamente gli attimi e senza spostare l’attenzione su ciò che accadrà dopo. Nell’essere “dentro il tempo” sono meno soggette allo stress del dover rispettare una pianificazione di impegni che si susseguono, sono più concentrate in ciò che accade, ma rischiano di non rispettare con puntualità gli appuntamenti. Hanno conservato una dote tipica dei bambini, ma sono penalizzati nella capacità di pianificazione e programmazione.

Al contrario, chi adotta una modalità “through time” ha una spiccata capacità di programmare la propria agenda e rispettarla con puntualità, ma talvolta, preso dall’ansia di dover essere puntuale, perde la possibilità di godere con tutta calma dell’esperienza presente.

A volte i conflitti tra chi è puntuale e chi arriva in ritardo agli appuntamenti, dipende da questa differente strategia inconscia con cui interpretiamo il tempo e prendiamo le nostre decisioni.

Le lancette dell’orologio sembrano anche mutare il loro ritmo a seconda della latitudine terrestre.

Quando diciamo: “ha una precisione svizzera”, siamo soliti estendere questo stereotipo a tutte quelle persone puntuali al limite della pedanteria. Al sud del mondo attribuiamo invece quella sorta di lassismo di chi adotta la siesta come uno stile di vita più che una pausa di riposo.

Non in tutte le regioni d’Italia “ci vediamo alle 9:00” ha lo stesso significato.

A Milano potrebbe significare parcheggiare l’auto alle 8:40 per arrivare puntuali all’appuntamento. A Roma potrebbe richiedere una telefonata alle 9:10 per scusarsi del contrattempo. Da Napoli in giù di sicuro il nostro interlocutore aveva detto “ci vediamo alle 9:30”.

Naturalmente un pizzico d’ironia ci aiuta a comprendere come il tempo sia una convenzione che assume forme differenti a seconda delle culture, come tutte le convenzioni.

Ricordo che a cena in un ristorante a Rio de Janeiro, dopo aver atteso per un’ora e mezza che un cameriere si avvicinasse al mio tavolo, provai a lamentarmi e lui, gentilissimo, con un grande sorriso mi chiese quale fosse il mio problema?!!

Qualsiasi punto di vista si voglia adottare, però, è fondamentale che il nostro rapporto col tempo vada d’accordo col nostro corpo, i nostri desideri, le nostre energie.

La salute e la felicità si costruiscono anche attraverso l’armonia con cui facciamo danzare le nostre lancette!

Corinne Vigo

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