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Ribaltare la propria condizione di vita grazie alla creatività

 

«La creatività è l’intelligenza che si diverte» (Albert Einstein)

 

Sovente tendiamo a identificare la creatività con lo spirito artistico come se solo taluni ne fossero dotati, come un talento a diffusione limitata.

La creatività è invece la capacità di creare con l’intelletto. Gli artisti e gli inventori sono coloro che la mettono a maggior frutto, la canalizzano in un ambito, la spingono a un obiettivo. In realtà, se è ben vero che possiamo esserne naturalmente più o meno ispirati, è qualità che si coltiva e si potenzia. Chi fa di necessità virtù aguzza l’ingegno, lo dice la saggezza popolare e lo possiamo riscontrare ogni giorno in qualsiasi contesto.

 

Si tratta di una risorsa, un’enorme risorsa che possiamo imparare a mettere egregiamente al nostro servizio. Una dinamica intellettuale che possiamo allenare.

 

L’osservazione, l’analisi, l’elaborazione di esperienze, sono i primi elementi da valorizzare per stimolare la nostra fantasia, per mettere in azione quel processo creativo che porta a soluzioni, a svolte, a scoperte.

A supporto di ciò ci vuole una scintilla: il bisogno, il desiderio, la passione. Qualcosa che ci muove a scavare in noi, a tirar fuori tutte le potenzialità latenti, a mettere in moto le possibilità.

 

Una vita insoddisfacente non è forse il più potente propulsore al cambiamento?

 

Quando siamo in una condizione che non ci appaga, quando vorremmo per noi ben altri orizzonti, quando avvertiamo la situazione in cui ci troviamo come avvilente o insostenibile, la creatività è la nostra via di salvezza, l’uscita d’emergenza.

Al lamento e allo sconforto opponiamo una forza opposta. Inneschiamo l’attività di ribaltamento. È proprio la creatività in effetti che può rovesciare le prospettive.

Con l’intelligenza apprendiamo e facciamo la sintesi di un mare d’informazioni e di stimoli, impariamo a dare risposte agli eventi, acquisiamo elementi di esame e valutazione. Se attiviamo anche quella che si definisce ‟l’intelligenza divergente” non ci limitiamo a quello che abbiamo appreso, cerchiamo nuove strade, ci muoviamo a riorganizzare le informazioni per trarne differenti scenari, tendiamo a soluzioni originali.

Quando siamo all’angolo invece di cedere facciamo appello alla creatività, a quel guizzo che ci fa intravedere uno scorcio mai considerato, ci apre una via non battuta, ci spinge a sperimentare l’inesplorato. Smontiamo il mosaico e proviamo a ricomporlo in un disegno differente.

Immaginiamo un concetto espresso con certe parole e cimentiamoci poi a tradurlo in altre parole. Possiamo renderci conto che il gioco delle connessioni svela, rivela, incentiva, sfida e ci catapulta in altre visioni possibili.

 

Ecco, la creatività è la leva che scardina il consueto, lo reinventa, gli fa assumere un’altra forma o gli imprime una diversa direzione.

 

Se guardiamo lo stesso oggetto da angolazioni diverse probabilmente lo vediamo e lo descriviamo in molti differenti modi. La nostra creatività agisce esattamente con questa logica. Non ci fa accontentare, non ci fa fermare, non ci fa rassegnare. Esce dagli schemi, oltrepassa i recinti.

Sostanzialmente ci fa respirare.

Forse il miglior carburante per la creatività è la fiducia. Se crediamo sia possibile trasformare la nostra vita, frughiamo nel nostro cappello da prestigiatore per tirar fuori lo spunto innovatore. Del resto però pure la determinazione e la buona vecchia necessità del famoso detto sono eccellenti materie prime per dare il via al processo creativo. Ecco allora che si fa largo la motivazione, ciò che ci anima insomma, e la sua profondità. Se vogliamo liberarci dalle condizioni di vita che ci mortificano e dare ai nostri sogni e ai nostri obiettivi una reale chance la creatività scende in campo per capovolgere le nostre sorti.

Magari inizia a farci riconsiderare i termini di un problema, magari ci butta in un’iniziativa che può darci frutti da spendere per tirarci fuori dal pantano, magari ci porta in un ambiente capace di darci gli stimoli che ci mancano, magari si palesa come lo scotch che rimette insieme i cocci. Sicuramente mette il cervello in modalità on e lo fa lavorare sodo.

 

Stefano Pigolotti

 

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