Abbiamo paura di sbagliare perché associamo all’errore la vergogna, il giudizio altrui, il fallimento. Abbiamo paura di sbagliare perché siamo condizionati da un’idea del successo legata a una sorta di infallibilità. Abbiamo paura di sbagliare perché temiamo di scoprire la nostra debolezza.
In realtà errare humanum est, come dicevano saggiamente gli antichi.
Non siamo perfetti e spesso non possiamo che passare dagli errori, per imparare e crescere.
Devi insomma ricordarti di sbagliare per ricordarti che sei umano, che hai sempre da apprendere, che ad ogni errore puoi scoprire nuove risorse per rimediare.
Devi prendere una sorta di confidenza, con l’errore. Guardarlo come se fosse un’occasione, uno stimolo.
In effetti questo è il modo per riconoscerlo serenamente, per trarne la giusta lezione, per muoverti a una soluzione.
La perfezione non ci appartiene: comprenderlo significa sapere che abbiamo però tutta la vita per migliorare, per evolvere, per fare passi avanti.
Non solo.
Sbagliando si impara: è una verità popolare assolutamente insindacabile. Proprio l’errore ci pone di fronte alla necessità di scovare rimedi, di risalire la china, di trovare una nuova direzione.
E ancora, lo sbaglio testimonia la nostra azione. Rischia meno chi resta immobile, rischia di più chi osa, chi sperimenta. Ma senza coraggio, senza intraprendenza, senza pericoli, nulla si inventa e nulla si crea. Dunque è meglio correre il rischio e cadere in fallo che stare fermi e inoperosi.
Del resto, se mutiamo il nostro approccio e vediamo l’errore come un’evenienza normale della vita non arrestiamo mai il nostro cammino. Accettiamo i nostri limiti, il caso, la cantonata, teniamo caro il bagaglio di esperienza che ci lascia e andiamo avanti più forti, più abili, più informati.
Ricordati di sbagliare.
I rigori li sbaglia solo chi ha il coraggio di tirarli (Roberto Baggio)
Invece di alimentare la nostra ansia da prestazione, diamo nutrimento alla nostra voglia di provare. Sbagliare è utile al processo di apprendimento, ci mantiene umili, ci costringe a mettere a frutto tutte le nostre energie.
Puoi certamente continuare ad apprezzare la prudenza ma altrettanto devi fare con la perseveranza. Talvolta l’errore arriva come un monito che ci invita all’attenzione e questo giova tenerlo ben presente: cogli quel momento come una leva, falla scattare per impegnarti di più e meglio, per tirar fuori genio e determinazione.
Mai pensare di potersi mettere al riparo, dall’errore. Significherebbe condannarci all’inerzia o essere preda di un delirio di onnipotenza.
Ogni situazione mai vissuta, ogni problema sconosciuto, ogni sfida più grande del consueto, cela l’insidia di un passo falso. Occorre metterlo in conto senza farsi bloccare. Meglio accumulare errori che rinunce.
Ricordati che il successo non è di chi non sbaglia ma di chi non si arrende. Nel tuo percorso gli errori sono soltanto tappe.
Sbagliare non vuol dire essere sbagliati e dunque è essenziale non identificarsi mai con l’errore ma considerarlo per quello che è: qualcosa che può succedere.
D’altra parte si rivela perfetto per indurci, se mai, a riflettere. Forse abbiamo sbagliato perché siamo stati frettolosi, forse perché abbiamo sottovalutato troppi elementi per scarse conoscenze e competenze, forse perché non abbiamo tenuto a bada qualche emozione negativa. Ecco, l’errore è arrivato per farci capire come meglio agire, cosa potenziare, con quali fattori di inquietudine fare pace.
Stefano Pigolotti