Imparare a comportarsi con il capo in maniera soddisfacente ed efficace sembra talvolta come affrontare la soluzione di un enigma.
Potrei dire che le persone non sempre si incastrano a meraviglia come i tasselli di un puzzle ma normalmente dobbiamo almeno provarci, in maniera matura e consapevole.
Cosa ci viene subito in mente se immaginiamo un buon rapporto tra lavoratore e capo? Il rispetto e la fiducia. E probabilmente, subito dopo, il pensiero va al feeling umano.
Fatte queste primissime considerazioni, quali riferimenti possiamo prendere per individuare cosa è importante per risolvere l’enigma?
Partiamo dall’osservazione
Osservare e ascoltare il capo significa moltissimo. Che sia il tuo primo approccio con quel lavoro o che tu sia alle prese con un nuovo capo, osservare e ascoltare significa non solo apprendere ma anche acquisire elementi importanti per avere un contatto, per entrare in connessione con la persona-capo. Non si tratta di confidenza, quella può derivare dal tempo e dalla reciproca stima, si tratta di porre in atto il primo step di qualsiasi relazione: capire chi hai di fronte. Tornerà utilissimo, ti farà orientare su come e quando fargli domande, su quali elementi avete in comune per una conversazione, su che tipo di reazione potrai suscitare con una tua iniziativa, su cosa puoi fare o evitare per collaborare in modo positivo al raggiungimento dei traguardi che ha in mente.
Non dubito che anche lui osservi te…
Il tuo approccio
E tu come devi essere con il tuo capo? Se ti dicessi che ritengo essenziale essere autentici e non cercare di mostrarsi altro da quello che si è, potresti obiettare che non è facile, che lui è quello che comanda, che vuoi metterti in mostra.
Voler fare “bella figura” e umano e di per sé per nulla negativo, intendiamoci. Tutto ciò però nel limite della verità e della sincerità. Essere consci di punti di forza e di punti di debolezza, interagire in maniera spontanea e corretta, avere aspirazioni e voglia di crescere è un atout. Barare, mostrare falsa condiscendenza, vantare qualità inesistenti, nascondere mancanze o sbagli non sarà mai un comportamento vincente con il tuo capo.
Parliamo di competenze, mansioni, obiettivi.
Quale che sia il luogo e il genere di lavoro, è essenziale siano ben chiare le tue funzioni e la loro connessione con gli scopi allargati e quindi con bisogni e aspettative del capo. Potrai dire che non tutti i capi sono bravi a definire e trasmettere vision e mission, a spiegare operazioni e processi, a coinvolgere in programmi e progetti, ma sottrarti così alla responsabilità di fare anche tu dei passi per comprendere non può dirsi l’atteggiamento giusto per instaurare un buon rapporto con il capo.
Invece di fare spallucce, agire con pressapochismo, eseguire gli ordini senza spirito critico, chiedi, proponi, dimostra cosa sai fare, cerca il confronto. Come? Con educazione e toni pacati e assertivi arrivano il tuo interesse, le tue conoscenze e abilità, la tua personalità. Al capo piacciono le persone che prendono il lavoro seriamente, che ragionano prima di compiere un’azione, che sono un valore aggiunto per la sua organizzazione. Il capo non vede di buon occhio invece chi svicola, chi non matura mai autonomia, chi ha sempre lamentele e mai idee o suggerimenti utili.
Proviamo ad individuare dei punti riassuntivi rilevanti?
1)al capo interessa la tua attenzione ma non disdegna tu sia il tipo che se ne aspetta altrettanta
2)il capo non ama gli errori ma ancor più detesta chi li nega e non si attiva a rimediare
3)il capo ti vuole puntuale, capace di saltare gli ostacoli o trovare alternative a una strada che non si può più battere
4)al capo non è troppo gradito essere contraddetto però nota volentieri quanto sono efficaci e opportune le idee diverse dalle sue che danno eccellenti risultati
5)per il capo è preziosa la tua costruttiva flessibilità e la tua fattiva partecipazione ma lo è altrettanto la fermezza con la quale gestisci i tuoi spazi e i tuoi tempi
6)con il capo si può parlare, scherzare, prendere un caffè senza mai mettere in discussione la sua posizione
Difficile fermarsi. Su come comportarsi con il capo potrei scrivere pagine su pagine, entrando nelle pieghe umane e nei risvolti della collaborazione professionale. In effetti potresti essere il miglior alleato della persona-capo, il suo pupillo, il suo fenomeno, la sua più grande risorsa. Sta a te essere strategicamente abile senza mai tradire la tua natura.
Richiamando le premesse iniziali, dimostra al tuo capo che:
-può fidarsi di te
-lo rispetti e sai farti rispettare
Ho ancora qualche consiglio pratico da darti?
Al tuo capo, se qualcosa non va o hai un problema, parla in maniera franca ma evita i toni aggressivi o eccessivamente amichevoli. Sostienilo, quanto più puoi, per gli obiettivi dell’azienda, dell’ufficio, dell’organizzazione, ma non aver paura di difendere la tua indipendenza, il tuo carattere, la tua vita.
Stefano Pigolotti