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Empatia, alleata di benessere e successo

En-pathos ovvero “sentire dentro”. Sì, partiamo dalla definizione: l’empatia è la capacità di cogliere e porsi in maniera immediata nello stato d’animo o nella situazione altrui. Una grande qualità umana, una competenza emotiva che assurge a preziosa abilità sociale.

 

Una skill richiestissima, l’empatia.

 

Possiamo subito ammettere che le persone fortemente empatiche possono soffrire più delle altre: percepire qualsiasi energia negativa, intuire e comprendere il dolore e il malessere degli altri, avvertire anche i minimi disagi di chi sta loro intorno può rivelarsi desolante e stancante.

Ma, al di là dell’eccesso che si può imparare a contenere, l’empatia è una dote da allenare, migliorare, affinare.

 

Si rivela infatti una eccellente chiave di connessione con gli altri.

 

Riconoscere le emozioni degli altri, riuscire a calarsi nella realtà altrui e a comprendere pensieri, sentimenti e punti di vista, permette innanzi tutto di recepire in maniera chiara e precisa i loro messaggi ma anche le ragioni che ne sono a fondamento.

Comunemente intendiamo con il termine empatia l’attitudine a prestare attenzione all’altro, a intenderne le posizioni e quindi anche a saper comunicare con gli altri in maniera efficace. In sostanza la identifichiamo con una sorta di sensibilità che avvicina agli altri e che rende aperti e disponibili a incontri, scambi e confronti sereni.

In effetti l’empatico ha buone relazioni, è caratterizzato più dalla recettività che dall’egocentrismo e questo lo rende piacevole e gradito.

 

Perché infatti in pratica l’empatia è alleata del benessere e del successo?

 

1) perché aiuta le relazioni umane, genera rapporti più profondi e condivisioni più sentite quindi offre molte opportunità sia sotto il profilo umano che in ambito professionale;

 

2) perché tiene la mente aperta e la allena a conoscere e considerare nuove prospettive quindi a cogliere anche buone occasioni;

 

3) perché è una dote particolarmente apprezzata: l’empatico riceve infatti più facilmente sostegno dagli altri;

 

4) perché sviluppa un atteggiamento non giudicante, comprensivo e positivo che, oltre alla comunicazione, facilita le collaborazioni.

 

Le persone empatiche sono una pregiata ricchezza tanto nei contesti familiari e amicali quanto nei gruppi di lavoro.

La loro tendenza a intercettare le condizioni altrui, a captare caratteri, umori e motivazioni, a capire cosa provano gli altri, si riflette in evoluzione e crescita emotiva e predispone a convivenze armoniche.

L’empatia è un collegamento.

Sì, “mettersi nei panni degli altri” accorcia le distanze, spiega tanti atteggiamenti altrui, sostiene nel processo di rapporto con gli altri. Spesso esclude fraintendimenti e predispone a un approccio meno casuale ed avventato.

 

Proprio per questo si rivela un collante importante nei team e una dote rilevante dei grandi leader.

 

Il benessere è generato dalla sensazione stessa di poter comprendere, di saper meglio interagire e per ciò di riscuotere maggior simpatia e disponibilità. Il successo è il corollario che deriva dalle occasioni e dalla crescita resi più facili dall’apertura a molte diverse idee, emozioni, modi di vedere.

Si spiega dunque benissimo come in aziende e organizzazioni l’empatia sia una soft skill di notevole peso.

 

È utilissima al clima di contesto, alla gestione delle relazioni, per la guida di staff che cooperino per un obiettivo comune.

 

Pensiamo alla negoziazione, ovvero una delle abilità strategiche che si delineano ormai essenziali, ma anche alla capacità di coordinarsi con gli altri, altra soft skill che si profila tra quelle necessarie. Entrambe, con un substrato di empatia, sono facilmente sviluppabili e potenziabili.

Del resto, come dicevamo al principio, l’empatia è un’abilità sociale. Un’intelligenza emotiva decodifica linguaggio verbale e non verbale e si interfaccia con cognizione, compassione, accettazione.

 

Ecco che l’empatia è una virtù coltivabile alla quale dovremmo tendere tutti per migliorare quotidianità, possibilità, prospettive.

 

La nostra evoluzione non può prescindere dall’interconnessione con gli altri.

 

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