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Sport Coaching, quando è importante il gioco di squadra

 

Spesso mi capita di parlare della “teoria degli anelli”, un modo diverso in cui mi piace descrivere l’inflazionato ma veritiero concetto di “l’unione fa la forza”: ognuno di noi è come un anello, perfetto e bellissimo in se stesso, ma bisognoso di intrecciarsi con altri simili per formare una catena lunga e resistente.

La prima volta in cui ho avuto la possibilità di applicarla (non come imprenditore ma come Stefano Pigolotti ) allo sport coaching era nella preparazione dei ragazzi della moto3; con i brividi ancora sulla pelle, condivido con voi quanto e quando sia importante il gioco di squadra.

 

Quando il contributo del singolo aiuta il team

Pensa ad una squadra sportiva come ad una catena: basta che uno solo degli anelli ceda – o sia difettoso – e la continuità della catena si rompe. Per questo il contributo del singolo atleta all’interno del team è fondamentale, perché determina non solo la sua affermazione personale ma anche il successo della squadra.
Inoltre gli anelli della catena si influenzano tra loro: se uno è debole o arrugginito, rischia di danneggiare anche l’altro. Allo stesso modo un campione di Moto 3 che non creda nella missione della sua scuderia e non si fidi delle proprie capacità rischia non solo di scoraggiarsi, ma di influenzare negativamente e privare di energia anche il proprio compagno di squadra.
Insomma, ogni atleta riveste nel team un ruolo di importanza pari a quello degli altri, ma deve svolgerlo in modo diverso e sfruttando i punti di forza che lo contraddistinguono come individuo. La soluzione è quella di realizzare la propria crescita personale, riconoscendo le proprie motivazioni e investendo le proprie potenzialità nel gioco di squadra. Solo se sai sprigionare la tua forza consapevole puoi diventare un contributo indispensabile per l’evoluzione della tua squadra rimanendo fedele a te stesso e tirando fuori il meglio che hai dentro.
Una gara di moto assomiglia un po’ alla vita: devi avere passione per andare più forte degli altri, talento per avere il controllo del tuo bolide, e testa per affrontare ogni curva.

Se vuoi vincere, devi imparare a gestire le tue emozioni e viverle a pieno.

 

Condividere è meglio, parola di Stefano Pigolotti

I piloti di Moto 3 vivono lo spirito di squadra con un fattore in particolare: la condivisione. Anche tu, che sei un atleta della vita, sei unico e speciale: non sprecare il tuo valore lanciandoti ogni giorno in una corsa solitaria ed egoista contro chi ti circonda. Crea un legame con gli altri condividendo l’energia interiore che ti anima e ti rende eccezionale.
È quello che suggerisco ai corridori durante la preparazione sportiva e che ricordo loro alla griglia di partenza. La condivisione contribuisce alla tua crescita personale sviluppando alcune componenti della tua forza consapevole:

Razionalità: rimanendo solidale nel rapporto coi compagni di squadra, troverai il coraggio e la convinzione per abbandonare i percorsi convenzionali e aprirti una strada nuova con percorsi alternativi;

Sentimento: lasciandoti trascinare dalla grinta e dall’ambizione del tuo team, supererai i limiti imposti dalle tue paure ed esprimerai al massimo le tue potenzialità nella strategia del gioco di squadra;

Testa: confrontandoti con altri atleti, sarai stimolato da nuovi stimoli provenienti dall’ambiente agonistico e dalla componente competitiva del tuo animo;

Passione: seguendo il tuo gruppo, saprai abbattere i muri che ti sei costruito nel tempo e che ti impediscono di esprimere la tua energia e realizzare al meglio la motivazione che ti fa muovere.

Prova a mettere in pratica queste indicazioni non solo in ambito sportivo ma anche nella vita quotidiana, col tuo gruppo di lavoro, la tua famiglia o la tua compagnia di amici. E vedrai che il tuo destino è sbocciare, qualunque squadra tu scelga.

 

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